Ogni settimana l’appuntamento è fisso. Farina e acqua diventano elementi essenziali per mantenere viva quello che unito ad altri ingredienti permette la lievitazione di pane, focacce, brioche, panettoni, ecc. Un processo chimico naturale, un mondo sempre nuovo e tutto da scoprire.
Ogni settimana, di sabato solitamente, la nostra cucina profuma di buono, profuma di casa, profuma di ricordi. Puntuali, i pensieri mi riportano alla vecchia bottega di paese, non so se avete presente, quelle tipiche dei piccoli borghi di campagna, quelle vere e genuine, quelle in cui il gestore va fiero del suo prodotto e non accetta un rifiuto quando ti propone di assaggiare qualcosa. Quando io e mia sorella eravamo piccole, mia madre ci mandava quasi ogni giorno “dal fornaio”, con la bicicletta pedalavamo sotto il sole cocente e ricordo, che l’entrare nel negozio era come accedere in un luogo magico, dove trovare refrigerio, persone buone, e ristoro.
Il profumo di pane, come un balsamo, aiuta a sciogliere i nodi, aiuta a ritrovare serenità.
Alle ultime pagnottine che ho fatto, ho voluto però, aggiungere una punta di terre lontane, per la precisione una nota di India, l’India delle spezie, l’India delle centinaia di varietà di masala, miscele penetranti e pungenti che gli inglesi hanno fatto conoscere al mondo col nome generico e impersonale di curry, senza tener conto della storia e delle tradizioni che ogni famiglia tramanda con la propria ed unica, ricetta.