domenica 30 settembre 2012

L'autunno in cucina, sformatini di radicchio e uva con granella di amaretto


Buona domenica ragazze, vi anticipo che questo sarà un post brevissimo. E' il compleanno di Paolo e il tempo oggi è dedicato a lui, a lui che in questi tre anni ha riempito la mia vita di amore e di sorrisi, di  insegnamenti e di attenzioni, con la  sconvolgente passione di chi dà per il semplice piacere di far sta bene.

Dalla finestra scorgo il cielo denso di nubi cariche di pioggia, vedo un cielo basso, quasi avvolgente. Oggi l'autunno non si nasconde, fiero irrompe sull'estate cacciandola definitivamente, questo è il suo tempo e con lui arriva il tempo di casa, di tepore, di riflessioni, di letture e di musica. 


Oggi  quindi abbiamo deciso di lasciarci trasportare dalla stagione dell'introspezione, oggi si festeggia così, io e lui a casa, tra libri, coccole e cucina, lasciandoci trasportare dalle note di Michael Nyman.

SFORMATINO DI RADICCHIO E UVA CON GRANELLA DI AMARETTO

Ingredienti per 4 sformatini

Per gli sformatini:
1 grosso radicchio rosso di Chioggia
1/4 cipolla rossa
1 uovo
40 g uva rossa
30 g uvetta sultanina
sale
pepe
olio extra vergine di oliva
Per la guarnizione:
qualche rametto d'uva bianca e rossa
4 amaretti


Come si prepara

Sformatini.
In una pentola capiente, soffriggere la cipolla tritata per un minuto ed unire il radicchio in precedenza lavato e tagliato a listarelle. Lasciare cuocere per circa 20 minuti mescolando di tanto in tanto, se serve unire un po' d'acqua ma a fine cottura il radicchio dovrà essere ben asciutto. Nel frattempo mettere l'uvetta a bagno in acqua tiepida e lavare l'uva fresca. 
Con il frullatore ad immersione ridurre in crema il radicchio stufato ed insaporire a piacere con qualche pizzico di sale e di pepe. A parte sbattere con una forchetta l'uovo ed amalgamarlo alla crema di radicchio, poi, unire i grani d'uva e l'uvetta strizzata. 
Imburrare ed infarinare 4 pirottini di alluminio nei quali suddividerete il composto  preparato. Cuocere per circa 20 minuti in forno preriscaldato a 180°C (sulla superficie si formerà una crosticina scura).

Ultimazione e decorazione del piatto.
Prima di sformarli, lasciare intiepidire gli sformatini per qualche minuto, poi sistemare ciascuno su di un piatto liscio e spolverarne la superficie con gli amaretti frantumati. Guarnire il piatto con dei rametti d'uva e servire.


Con questa ricetta partecipo al contest Aspic Sformati & C. indetto dai  blog Di necessità virtù e Un po' di me tra un caffè e l'altro


Ringrazio tantissimo Luisa e Ornella dei due blog menzionati sopra per aver premiato questi sformatini per il curioso accostamento di ingredienti prettamente autunnali. :)


lunedì 24 settembre 2012

Sapore di mirtilli per i ravioli con Asiago e erba cipollina

Ieri sono stata tutto il giorno sola in casa, un'occasione per liberare la mente e riflettere su alcuni punti che per un motivo o per un altro, nella routine delle classiche giornate non si ha modo di fare; in pratica un'occasione per riorganizzare idee e pensieri, un'opportunità per cercare di riuscire a capire realmente ciò che voglio e quello che invece devo allontanare. Da un po' infatti, penso che dovrei tagliare i rami secchi che non mi permettono di fare esattamente ciò che vorrei. Ieri ho individuato quali sono e solo tagliandoli potrò creare lo spazio sufficiente affinché i rami  nuovi e fruttuosi possano germogliare. Adesso non mi rimane che trovare il coraggio per farlo. Dovrò farlo da sola, so che le persone vicine mi condizionerebbero, per cui, per ora, questo rimarrà un segreto che spero di svelarvi quanto prima a dimostrazione che ho fatto il primo passo.

Chi ha letto il mio ultimo post sa che detesto stare con le mani in mano per cui anche quando la mia mente brulica di pensieri, domande e dubbi, ho bisogno di occuparmi di qualcosa e quale migliore attività può conciliare la riflessione se non la cucina? Tra gli ingredienti a disposizione avevo tra l'altro, quello che forse è il più importante, il tempo e quando si ha tempo si possono fare per esempio dei ravioli, magari viola. ;)


RAVIOLI AI MIRTILLI CON RIPIENO DI ASIAGO E ERBA CIPOLLINA

Ingredienti

Per la pasta:
200 g semola rimacinata di grano duro
100 g farina 00
1 uovo
1/2 cucchiaino sale fino
50 g mirtilli

Per il ripieno:
200 g pane raffermo
100 g Asiago
erba cipollina
latte
sale

Per il condimento:
burro
pepe



Come si prepara

Pasta.
In un pentolino, far sobbollire i mirtilli con quatto cucchiai d'acqua per 2 minuti. Filtrare e tenere da parte sia i mirtilli che il succo. In una spianatoia disporre  le due farine a fontana preventivamente mescolate con il sale. Rompere l'uovo nel centro, unire il succo di mirtilli ed impastare aggiungendo poca acqua alla volta quando necessario. L'impasto dovrà essere sodo ed elastico. 

Ripieno.
Mettere a bagno il pane nel latte per circa 3 minuti, strizzare e trasferirlo in una terrina nel quale andrà aggiunto l'Asiago a tocchetti ed una presa di sale. Ridurre il composto in purea con l'aiuto del frullatore ad immersione o passare nel mixer. Tritare l'erba cipollina ed unirla alla farcia mescolando.

Ravioli.
Tirare la pasta con il mattarello o utilizzando la macchina per la pasta fino a raggiungere uno spessore inferiore ad un millimetro. Da questa ricavare tanti dischetti con un tagliapasta. Disporre il ripieno su metà degli dischetti, bagnare i bordi della pasta con dell'acqua e coprire con i dischetti di pasta vuoti. Premere i bordi con i polpastrelli delle dita per sigillare bene e disporli su di un piatto spolverato di farina. 


Cottura e ultimazione del piatto.
Portare ad ebbollizione dell'acqua salata e cuocervi i ravioli (se sono grandi, consiglio di cuocerne pochi alla volta o rischiate di romperli). Il tempo di cottura varierà a seconda del tipo di impasto, dallo spessore della pasta e dalla grandezza dei ravioli, di sicuro non cuoceranno in 5 minuti, magari fate una prova dopo 8. Scolarli e farli spadellare nella padella dove avrete fuso il burro ed unito i mirtilli messi da parte. Disporre i ravioli  sui piatti, decorare con qualche mirtillo, filo di erba cipollina e un pizzico di pepe. Servire.


Con questa ricetta partecipo al Colors & Food di Settembre  indetto da Essenza in Cucina e My Taste for Food che questo mese pensa, se non si era capito, in viola! :)



Aggiornamento del 01 ottobre 2012:

Ringrazio con tutto il cuore le carissime Cinzia e Valentina per avermi assegnato il primo posto nel contest suscritto. E' la mia prima vincita e la gioia è stata grandissima. Un abbraccio a entrambe!!

giovedì 20 settembre 2012

Sono 31. Cheesecake al cocco e uvetta al rum

Lunedì è stato il mio 31° compleanno.


T-R-E-N-T-U-N-O. Mi fa strano, ormai sono grande davvero e il tempo delle mele è solo un lontano ricordo di attimi ed emozioni intensi. L'altro ieri mi è stato detto che è questa, in realtà, l'età migliore, avere la consapevolezza di tutte le nostre azioni è di per sé un grande traguardo, se poi uniamo la conoscenza, l'esperienza e la grinta che si hanno dai 30 ai 40 anni (ok ok , ai 50 ),  il risultato che si ottiene è la maturità. Già, sono nel pieno sviluppo delle mie facoltà mentali e morali.

Non riesco ancora a realizzare se questa riflessione possa essere la descrizione di me in questo periodo; indubbiamente mi piace essere obbiettiva e concreta, amo ragionare e discutere, ma quella leggera frivolezza che mi ha sempre contraddistinta e che mi permetteva di non pianificare le giornate, di farmi rapire oggi da un oggetto e domani da un altro, di aver voglia di iniziare dieci corsi differenti senza terminarne alcuno o, di lasciarmi conquistare dai pensieri strampalati di qualche strano personaggio, temo proprio non se ne voglia andare e questo mi piace ancor di più.


Sono della Vergine e condivido il pensiero degli astrologi, quindi ordine e precisione in primis, detesto il caos e mi innervosisco quando noto un oggetto fuori posto; il mio motto preferito è "prima il dovere, poi il piacere" altrimenti non riesco a godermi niente, non sopporto stare con le mani in mano e mi irrita chi lo fa, inoltre mi schiero dalla parte di chi (se esistete) vorrebbe eliminare play station, x-box e qualsiasi altro gioco virtuale che ti obbliga ad accedere almeno due volte al giorno per rendere produttiva una città o estendere un impero. Sono detestabile vero? Già, me ne rendo conto ma anche questa sono io.



Mente concreta e animo artistico, credetemi che non è facile far convivere due caratteri così differenti. A volte credo che i miei periodi no siano proprio causati dallo scontro tra ragione e cuore, quando la via di mezzo diventa troppo compromettente per l'una o per l'altra parte.

Scusate mi sono dilungata, ora torniamo a noi, questo è un blog di cucina, giusto? ;)

Oggi in linea con il tema della settimana vi propongo la mia torta di compleanno, una cheesecake che ho felicemente condiviso con i miei compagni di teatro. Prima però con voi, vorrei condividere l'aria che in questo momento fa da sottofondo musicale e che continuo ad ascoltare instancabilmente da mezz'ora: Nuvole Bianche di Federico Einaudi ... purezza, armonia e libertà sono le sensazioni che avverto. Una piuma dai riflessi argentei che volteggia lentamente, lasciandosi trasportare dal leggero vento è l'immagine che mi evoca.

Concedevi cinque minuti e cliccate su play, poi, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate; Vaty, sentiti presa in causa ;)


CHEESECAKE AL COCCO E UVETTA AL RUM

Ingredienti

Per la base:
200g savoiardi
120g burro
50g cioccolato fondente

Per la farcia:
500g ricotta vaccina
200g panna da montare
80g cocco in scaglie
3 cucchiai di zucchero a velo
50g uvetta sultanina
rum bianco
2 fogli di colla di pesce

Per la finitura:
100g cioccolato fondente
40g uvetta sultanina


Come si prepara

Base.
Ridurre in polvere i savoiardi e a scaglie il cioccolato fondente. Fondere il burro su un pentolino e versarlo nel contenitore con i savoiardi, mescolare bene ed unire il cioccolato. Versare il composto su una tortiera con cerniera e livellarlo premendo bene con il dorso di un cucchiaio.

Farcia.
Mettere a mollo l'uvetta in una soluzione di rum e acqua con un rapporto di 2 a 1.
In una ciotola amalgamare con una frusta, la ricotta con lo zucchero a velo fino a rendere il composto liscio ed unire il cocco. Montare la panna e mescolarla delicatamente agli altri ingredienti.
In un pentolino scaldare due cucchiai di rum e sciogliervi i due fogli di colla di pesce preventivamente messi a bagno in acqua fredda, lasciar intiepiedire ed unire alla farcia, insieme alla uvetta sgocciolata.
Distribuire il composto sopra la base di savoiardi e lasciare compattare in frigo per almeno tre ore, io l'ho lasciata una notte (solo dopo, si potrà procedere con la finitura).

Finitura.
Ridurre in scaglie il cioccolato, a pezzetti più piccoli l'uvetta e spargere sulla torta. Sformare e servire.


Gli ingredienti sono per una torta di 24 cm di diametro, nulla vieta che potete creare ivece delle monoporzioni (nelle foto).

Con questa ricetta partecipo al contest indetto da Morena, Un dolce al mese - Il cocco

sabato 15 settembre 2012

Quando ci metti l'amore, insalata di bulgur al nero con capesante al pepe rosa e maionese di pesca


Uff ... come al solito mi trovo in extremis a dover fare le attività che mi ero prefissata. Tempo, tempo e tempo ... mi serve tempo! Non capisco se sono io a non essere capace di organizzarmi o se davvero, per la mia irrequieta voglia di voler provare a far tutto, mi carico di troppi impegni ottenendo risultati superficiali e poco grintosi. Succede poi, che quello che mi ha fin'ora irretito, cede il posto all'ultima balzana idea diventando una sorta circolo vizioso che non riesco a bloccare.

Grazie a Dio, i miei capisaldi perseverano: questi, vivono da anni in simbiosi con la mia anima e so per certo che, se per un motivo o l'altro dovessi liberarmi di loro, potrei cadere nel vuoto scuro dell'indolenza. Le mie passioni sono le mie emozioni, mi nutro di loro e le custodisco gelosamente perché nessuno possa strapparmele via.


Immaginare verso quale settore io provi una sorta di infatuazione non dev'essere complesso e questo blog ne è la testimonianza. :) Era maggio quando con tante idee e progetti per la testa, ho deciso di tuffarmi nel popolo delle foodblogger. Sono ancora alle prime armi, ho imparato a malapena a destreggiarmi tra le quinte di internet ma la felicità che mi dà leggere i vostri commenti è già impareggiabile, mi date fiducia pur sapendo bene di non essere all'altezza di molte di voi.

Provo amore per la cucina da quando ero bimba, affascinata guardavo mia madre davanti ai fornelli e spesso salivo sulla sedia per cercare di catturare quel segreto che rendeva i piatti buoni come solo lei sa fare. Ora apprendo da voi, ogni giorno mi rendo conto di quanta meraviglia ci sia dietro ad un piatto preparato con dedizione e amore, dove la trasformazione degli ingredienti diventa alchimia. Apro le vostre pagine e rimango basita davanti a tanta bravura e grazia e per tutto questo io non ho che da ringraziare.

INSALATA DI BULGUR AL NERO, CON CAPESANTE SCOTTATE AL PEPE ROSA  E MAIONESE DI PESCA 


Ingredienti per due persone

Per il bulgur al nero:
100 g bulgur
1 bustina di nero di seppia
sale, se serve

Per le capesante al pepe rosa:
6 capesante
pepe rosa, in grani
olio extra vergine di oliva
sale

Per la maionese di pesca:
1 pesca bianca
40 ml olio di soia
20 g latte
sale

Come si prepara

Bulgur al nero.
Cuocere il bulgur secondo le istruzioni riportate sulla confezione. Condire con il nero di seppia e il sale, se verve (fate attenzione perché il nero di seppia è di per sé molto sapido). Mescolare bene affinché il colore diventi uniforme e ben scuro. Lasciare intiepidire e tenere da parte.


Capesante al pepe rosa.
In una padella scaldare un filo d'olio con qualche grano di pepe rosa e quando comincierà a sfrigolare scottare le capesante precedentemente sgusciate, pulite e asciugate con della carta assorbente. La cottura non dovrà superare i 30 secondi per lato.


Maionese di pesca.
Lavare, sbucciare, tagliare a pezzetti la pesca. Mixare con il frullatore ad immersione e filtrare il succo attraverso un colino.
In un bicchiere alto preparare la maionese montando il latte aggiungendo, a filo, l'olio con il mixer pulito (ho scelto l'olio di soia perché il suo gusto è abbastanza neutro); il composto diventerà piano piano sempre più denso e se occorre versare un altro po' di latte. A questo punto unire il succo di pesca e aggiustare di sale.

Ultimazione e decorazione del piatto.
Tagliare 4 delle sei capesante a cubetti ed unirle al bulgur con un cucchiaio di olio extra vergine di oliva. Mescolare e con l'aiuto di un coppapasta tondo o quadrato, disporre l'insalata su piatti lisci. Accompagnare con un cucchiaino di maionese dove appoggerete la capasanta intera. Decorate con qualche gnano di pepe rosa e fogliolina di timo, servite.

Se vi piace, potete servire l'insalata di bulgur con del pane al timo: in un contenitore mescolate della farina, un pizzico di sale e qualche fogliolina di timo. Procedete con l'impasto versando tanta acqua quanta servirà a rendere la massa liscia ed elastica. Dividete la pasta in palline grandi come una noce e tiratele con il mattarello fino ad uno spessore di un millimetro, dandogli una forma pressoché circolare.
Scaldate una padella con il fondo spesso e quando sarà rovente cucinate, una per volta, le sfoglie di pane. Saranno sufficienti 30/40 secondi per lato, sulla superficie si dovranno formare delle grosse bolle.

Per la maionese di pesca mi sono ispirata a quella di lamponi di Cinzia, che ringrazio per avermi fatto scoprire questa salsa delicata.

Con questa ricetta partecipo al contest  "Freddo d' Estate" indetto da #Food140 con la collaborazione di ToCook Store.

martedì 11 settembre 2012

Senza ricordi


Che ne dite di un breve tour fotografico lungo le coste del Salento?

Purtroppo non ricordo i nomi dei luoghi e di questo infatti me ne rammarico in primis con me stessa: non sopporto vedere foto ritraenti scorci meravigliosi e non ricordare il luogo, il momento, l'attimo.



Purtroppo o per fortuna, ritengo che la vita sia fatta di ricordi, di attimi vissuti concatenati l'uno con l'altro,  di immagini che rimangono impresse nella memoria. Amo scorrere le foto proprio per questo motivo, le ritengo un valido aiuto per far rivivere le emozioni provate in quel determinato istante, per far  risentire il vento che accarezza la pelle o le farfalle nello stomaco se si ritrova quella foto.


Conosco il pensiero di molti e lo condivido, d'altronde come potremmo supporre che la vita non è adesso? Il problema è che anche adesso io penso al passato. Mi descrivo come un'eterna nostalgica, rifletto sul mio trascorso e penso che mi piace nonostante sia denso anche di periodi no e di scelte sbagliate; nasce in me il desiderio forte di riviverlo perché le emozioni che ho potuto provare, sono e rimarranno uniche.


Mi piace sfogliare i vecchi album e lasciarmi trasportare dai pensieri, mi piace chiudermi in quello che diventa il mio "secondo attimo", mi piace ripensare al susseguirsi degli eventi successivi, mi piace vedermi crescere, cambiare e maturare.


Da qualche anno, parallelamente alla crescita della passione per la fotografia, anch'io sostengo che le immagini catturate da un obiettivo siano arte. La fotografia quindi può esprimere emozioni, sensazioni provate in quel momento da chi le ha scattate e addirittura il suo pensiero.




E allora non capisco ... perché di queste immagini non ho ricordi? Perché non ricordo dove le ho scattate, in quale occasione e che cosa mi ha rapito? E' come se quel giorno avessi scattato queste foto con la mente altrove.

... forse quel giorno ero arrabbiata.

Una buona serata serena a tutte.


lunedì 10 settembre 2012

Una domenica tra mercato, pittura e cucina

Dopo un settimana piena di impegni, il matrimonio di mio cugino e la preoccupazione per gli impegni che avrò nei prossimi giorni, domenica abbiamo deciso di concederci una giornata di puro relax (si fa per dire, più che altro dovevamo dedicarci un po' alla casa e fare, finalmente, quei lavoretti che si posticipano di volta in volta).

Ok, ok, è vero, ci siamo presi anche la nostra pausa di svago e d'altronde, con il bellissimo cielo azzurro e terso di ieri, rimanere rintanati in casa sarebbe stata un'offesa all'estate e coscienti che a breve le giornate si faranno sempre più grigie e umide (facendoci rimpiangere addirittura il caldo torrido delle settimane scorse) abbiamo deciso di uscire due orette. Ieri mattina dunque ci siamo fatti una bella passeggiata al mercato di Camisano (Vicenza), chi lo conosce sa che è enorme. La proposta non poteva che essere mia, amo acquistare al mercato come quanto non sopporto entrare nei centri commerciali. La caoticità magari è la stessa ma l'atmosfera che si respira è tutt'altro che costruita e creata esclusivamente perché la gente "compri". In più, ogni volta che ho la possibilità di andarci, avverto la sensazione che i prodotti siano più sani, che il mercato sia rimasto un luogo dove le persone vendono perché credono nei loro prodotti e dove, si trova il tempo per spendere due parole e raccontarsi che "una volta si faceva così, una volta era". Un po' come funzionava nelle tanto rimpiante botteghe.

Siamo rientrati con sacchetti di verdura, formaggi, salumi, pane e ... un bellissimo cuore rosso per la nostra collezione e che appena appenderemo, vi farò vedere :)
Ristorati della gita fuori casa, ci siamo dedicati ai nostri compiti e finito, ho deciso di rilassarmi tra pitttura e cucina. Della mia "opera" vi scriverò quando sarà completata, nel frattempo posso però raccontarvi della torta di mele più buona del mondo, vi va?! :D



















TORTA DI MELE ... più buona del mondo ;)


La ricetta l'ho letta su Giallo Zafferano, la foto mi aveva fatto venire l'acquilina in bocca e complici delle gustose mele del frutteto di mio padre, ho pensato che non sarebbe stata una cattiva idea quella di farci colazione l'indomani. Qui potete trovare la ricetta originale mentre sotto riporto la mia versione.


venerdì 7 settembre 2012

Atmosfere e gusti, emozionali


  
Per la promessa di utilizzare ogni post anche come una sorta di album fotografico delle vacanze, oggi vi porto in un posto incantato, dove le parole non trovano voce perché le emozioni che si provano mozzano il fiato. Questo posto è La Cutura a Giuggianello (Le), un immenso giardino botanico dove la passione per le piante e per la natura del proprietato, ha trasformato questo spazio in un luogo magico e puro.


Passeggiando nelle diverse situazione si respira armonia, la sensazione di benessere, che ho provato lì, è stata talmente alta che mi sarei lasciata cadere perché sentivo di avere toccato il massimo. L'atmosfera è calma, ricca di alchimia e di storia, di sapere ma soprattutto di amore. Le tipologia di giardino sono molteplici, nel giardino segreto, per esempio, ci sono anche animali. Io però ora non mi voglio dilungare anche perché sul sito trovate informazioni senza dubbio più approfondite di quelle che vi darei io.


Una menzione speciale però la devo fare al ristorante Déjeuner sur l'Herbe , sì perché all'interno del Borgo Antico c'è uno spazio dove cenare; anche qui il filo conduttore è il rispetto per la natura e in questo sapecifico caso, rispetto per il cibo e le tradizioni. Noi abbiamo cenato sotto un cielo di stelle, su tavoli illuminati da candele e con un sottofondo di note di pianoforte, diffuse in tutto il giardino perché, "la musica classica piace anche alle piante".


Vi assicuro che queste foto non rendono per nulla l'idea di quello che si prova qui, quel giorno la macchina fotografica non ha lavorato granché: ho voluto concentrarmi sullo spettacolo che la natura riesce a regalarci, ho voluto riflettere sull'impatto negativo che noi abbiamo su di essa, ho voluto caricarmi di energia, , ho voluto emozionarmi cogliendo un fiore di cappero.


In linea con il tema del post, ho deciso di proporvi una ricetta vegana, pulita e saporita. Creare piatti dal mondo vegetale è senza dubbio uno stimolo per la fantasia che può scatenarsi ottenendo risultati straordinari, dove le emozioni questa volta, sono date dal gusto.

PACCHERI CON FARCIA DI CECI AL CARDAMOMO CON SALSA PICCANTE AL CAFFE' E CILIEGINI


Ingredienti per due persone

14 paccheri
100 grammi ceci secchi (io quelli di un contadino pugliese)
6 bacche di cardamomo
6 pomodorini (io quelli del mio orticello)
1 tazzina di caffè superconcentrato
1 peperoncino piccolissimo secco
2 cucchiaini di zucchero grezzo di canna
sale
olio extra vergine di oliva



















Come si prepara

Paccheri.
Lessare i paccheri in acqua bollente salata facendo attenzione che rimangano bene al dente altrimenti al momento della farcitura si rischia di romperli.


Farcia di cieci al cardamomo.
Dopo aver lasciato i ceci a bagno per almeno 5 ore, cuocerli in un pentolino con poco olio. Estrerre i semini dalle bacche di cardamomo e pestarli nel mortaio. Ridurre in purea i ceci utilizzando il passaverdure e aggiustare di sale; unire i semini frantumati e mescolare bene affinché il sapore diventi uniforme. Se occorre aggiungere qualche cucchiaio di acqua della pasta.

Salsa al caffè.
In un padellino portate a bollore il caffè, abbassate la fiamma ad unite il peperoncino intero (attenzione alle dimensioni di questo o rischiate di buttare tutto perché troppo piccante) e lasciate sobbollire per 5 minuti. A parte far caramellare lo zucchero e poco prima che si sciolga tutto, versare a filo, mescolando, il caffè. Cuocere fino a quando la salsa comincia ad addensarsi.

Ultimazione e decorazione del piatto.
Farcire i paccheri con la farcia di ceci, disporli sul piatto e condideli con un cucchiaio di salsa al caffè. Ai paccheri affiancate i pomodorini tagliati a metà e condite con qualche goccia di olio e salsa al caffè.


Con questa ricetta partecipo al contest di Ravanello curioso, Ricette d' estate.