Amo sfogliare vecchie riviste o libri di cucina e osservare come anche l'arte culinaria si trasformi nel corso degli anni a seconda delle tendenze.
A volte però succede che tra pagine di ammiccanti gratin di patate, sontuosi timballi di riso e varie versioni di soffici torte alle mele, anche in una rivista di quindici anni ago, capita di imbattersi in una ricetta tanto attuale quanto curiosa. Probabilmente quelli erano gli anni dei primi approcci verso la cucina etnica, gli anni in cui il diverso ed il lontano più che spaventare, incuriosiva e soprattutto faceva figo. E così iniziarono a spopolare ristoranti giapponesi, indiani, persiani e chi più ne ha più ne metta; ristoranti indicatori dello status sociale e perciò frequentati perché quando ancora non esisteva la moda del all you can eat, questi erano "posti per pochi" ... per quelli che viaggiavano, per quelli culturalmente aperti, per quelli coi soldi.
Poi come sempre capita, il surplus dell'offerta fa abbassare i prezzi e finalmente anche quelli della classe meno abbiente possono avvicinarsi a piatti speziati, frutti esotici, sushi e hashi. E se ogni causa ha il suo effetto ed ogni effetto ha una propria causa che lo determina, ecco che prontamente, i fighi di quindici anni fa che devono tenere alta la loro immagine, decidono di convertirsi al vegetarianismo se non addirittura al veganismo, diventano ecologicamente responsabili e acquistano bio.
Mangiare vegetariano, vegano e bio è più oneroso ma fa bene ed è più sano, giusto? Se trovate qualcuno contrario a questa affermazione, fatemelo sapere. Che fa bene e che sia più sano ce lo declamano tutti i giorni i media, ovvero la bocca del mercato e dell'economia delle multinazionali che puntano a far crescere i propri business con strategie di marketing coinvolgenti tutti i settori, dall'agricoltura ai servizi, fregandosene però dei veri valori morali ed etici che sono le fondamenta di queste culture gastonomiche.
Ma cosa succederà tra qualche anno quando anche le mode e l'economia legate al bio e all'etico scemeranno? Forse torneremo ad apprezzare la cucina povera, con conseguente nascita di ristoranti "tradizionali" che propongono i piatti "di una volta" e magari cominceremo a coltivarci gli ortaggi, in giardino o in terrazzo, senza pesticidi e con tanto amore ... quasi bio! ;)
La storia ce lo insegna: il mondo è dominato dal potere e tutto gira attorno all'economia. Probabilmente se capissimo che la terra gira invece solo attorno al sole e che senza sole non c'è vita, vivremmo davvero felici ... e ciascuno sarà libero di mangiare ciò che vuole senza lasciarsi condizionare dal trend del momento.
Tuttavia se la cultura gastronomica non fosse così varia, bizzarra e contaminata, quasi certarmente non mi piacerebbe. Buon appetito! ;)
DALL'INDIA: SPEZZATINO SPEZIATO CON CECI
Ingredienti per due persone
400 g ceci lessati (vanno bene anche quelli in scatola)
400 g spalla o coscia di agnello disossata
1 cipolla dorata
2 pomodori ramati
1 cm di zenzero fresco
1 piccolo peperoncino rosso
30 g burro (o
ghee se volete essere puristi)
1/2 cucchiaino di paprica
1/2 cucchiaino di curcuma in polvere
1/2 cucchiaino di cumino in polvere
1/2 cucchiaino di zucchero
1/2 cucchiaino di garam masala (miscela di spezie indiana)
sale
Come si prepara
Tritate la cipolla; scottate, togliete la pelle dai pomodori e tagliateli a spicchi. Tritate lo zenzero e il peperncino. Preparate la carne di agnello privandola delle parti grasse e tagliandola a pezzi di circa 2 cm.
In una pentola fate fondere il burro e fateci insaporise l'agnello per 5 minuti a fuoco dolce. Aggiungete la cipolla e cuocete, mescolando spesso, per 3-4 minuti. Unite ora lo zucchero, qualche pizzico di sale e le spezie (ad esclusione del garam masala), mescolate e lasciate insaporire per 10 minuti a fiamma bassa.
Unite ora i pomodori e qualche cucchiaio di acqua calda, coprite e proseguite la cottura per 30 minuti controllando di tanto in tanto che il liquido non sia completamente evaporato, in questo caso aggiungete acqua.
Scolate e sciacquate i ceci e versateli sullo spezzatino, mescolate e cuocete per altri 10 minuti.
Servite subito con una spolverata di garam masala. Accompagnate con del pane indiano (come ad esempio il
naan,
qui trovate una versione col lievito madre)